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09/04 2025
Salute Chirurgia

Acufene pulsante la speranza rinasce al Policlinico di Milano. Il caso di Anna e la cura che le ha cambiato la vita

— Paola Iuorio, con la consulenza scientifica degli specialisti della Neuroradiologia Interventistica

Una diagnosi difficile, anni di sofferenza e un intervento risolutivo: la storia di Anna, una giovane paziente egiziana affetta da acufene pulsante, curata con successo al Policlinico di Milano grazie all’esperienza dell’equipe di Neuroradiologia Interventistica.

Anna (nome di fantasia), una ragazza egiziana di 28 anni, ha convissuto fin dall’infanzia con un ronzio costante nell’orecchio, accompagnato dal battito del cuore percepito in modo assordante (in termini medici questo disturbo viene definito: acufene pulsante). "Ce l'avevo da quando ero piccola - racconta Anna - e siamo andati da vari medici ovunque. Tutti ci dicevano che era un problema con cui avrei dovuto convivere. Hanno fatto numerosi controlli, ma nessuno trovava una soluzione". Il suono era incessante, presente 24 ore su 24, con picchi insopportabili che la costringevano a continue visite mediche. "Nei periodi in cui aumentava – racconta – era insopportabile e dovevamo sempre cercare nuovi medici per trovare un modo di alleviare i sintomi". La terapia farmacologica si è rivelata comunque inefficace. "Qualche anno fa, mi hanno prescritto una terapia molto forte per 45 giorni, con l’obbligo di isolamento. - continua Anna -  Mi hanno detto che era un problema neurologico, ma non ho visto miglioramenti".

La ricerca di una soluzione all’estero

Stanca dell’attesa, Anna ha deciso di cercare cure all'estero. Un dottore egiziano ha suggerito una possibile origine venosa del problema e ha consigliato un consulto specialistico. "Un neuroradiologo egiziano molto bravo ha eseguito un'angiografia cerebrale e ha scoperto un restringimento di una vena nel cranio, oltre a una dilatazione della vena che sfociava nella mastoide". Questo specialista però non se la sente di trattarla direttamente e la indirizza in un Centro di eccellenza in Spagna che ha confermato la diagnosi e proposto l'intervento, ma a costi troppo onerosi per la famiglia.

La svolta con la Neuroradiologia interventistica del Policlinico di Milano

Anna e la sua famiglia così iniziano a contattare medici in Italia. "Abbiamo scritto email a tutti i centri specializzati e il prof. Giorgio Conte del Policlinico di Milano è stato il primo a risponderci", spiega Anna. "Ci ha fissato un appuntamento in pochi giorni e ha confermato la diagnosi in Egitto". L’equipe di Neuroradiologia Interventista del Policlinico di Milano è specializzata nel trattamento delle patologie cerebrovascolari. Grazie alla sua expertise ha potuto individuare il problema di Anna e proporre un intervento mirato per risolvere il suo disturbo. "Quando il dottore ci ha comunicato che l'intervento era possibile anche in Italia con il sistema sanitario, ci ha dato una speranza che non pensavamo di avere, è stato come vedere una luce in fondo al tunnel".

L’intervento risolutivo

Finalmente per Anna e la sua famiglia arriva il giorno dell’intervento e la fine di un periodo buio. "L’intervento, eseguito insieme a Giulia Platania specialista  del mio staff, – spiega Conte – è durato circa un’ora e mezza. Siamo entrati attraverso una vena femorale nell’inguine fino alla vena ristretta. Il problema, per rendere l’idea, era come un tubo dell’acqua che, se a un certo punto viene stretto, genera turbolenza e rumore. La vena era molto vicina all’orecchio, quindi la turbolenza veniva percepita come un suono costante. Abbiamo quindi inserito uno stent per aprire la vena e chiuso una dilatazione venosa con spirali metalliche. Il risultato è stato immediato: la paziente si è svegliata subito dopo l’intervento senza dolore ed è stata dimessa dopo soli due giorni".

Un cambiamento radicale

Anna oggi può finalmente vivere senza il tormento costante del suono nell’orecchio. "Ora dorme senza sonniferi - afferma il Prof. Conte, - e ha riacquistato una qualità della vita che prima le era negata". L’acufene pulsante causato dalla stenosi del seno trasverso è raro e difficile da diagnosticare. "In Italia ne trattiamo solo pochi casi all’anno - continua Conte. - In Francia, invece, è stata creata una rete con i medici di base, riuscendo a trattare centinaia di pazienti all’anno."

Prospettive positive per il trattamento con bassa percentuale di complicanze

Grazie all’impegno dei professionisti del Policlinico di Milano, storie come quella di Anna potrebbero diventare sempre più frequenti. "Col tempo - racconta il medico - aumenterà l'expertise in questo tipo di trattamento e quindi prevedo che verranno trattati sempre più casi, anche quei casi che in passato non trattavamo perché ritenuti non invalidanti da parte del paziente. Rimane un intervento con una bassa percentuale di complicanze e con tempi di recupero estremamente rapidi: tendenzialmente, in due o tre giorni i pazienti possono tornare ad una vita normale senza l’acufene". Una nuova speranza per chi soffre in silenzio, con la prospettiva di una vita finalmente libera dal tormento dell’acufene pulsante.

Percorso diagnostico al Policlinico di Milano

Se il paziente avverte questi sintomi è opportuno effettuare una visita otorinolaringoiatrica per escludere patologie primitive dell’orecchio. Successivamente l’otorino indicherà una visita neuroradiologica interventistica che valuterà se la sintomatologia è congrua con una possibile anomalia vascolare, orientando verso la sua origine venosa oppure arteriosa. Il neuroradiologo indicherà l’approfondimento diagnostico con RM o TAC con mezzo di contrasto. Se la diagnosi verrà confermata, previa discussione multidisciplinare neurochirurgica e neuroradiologica, verrà proposto un trattamento endovascolare al paziente.

 

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