In pochi millimetri un dispositivo per trattare un aneurisma cerebrale. Al Policlinico di Milano il primo intervento
— Lino Grossano, con la consulenza scientifica del team della Neuroradiologia Interventistica
Circa 1 persona su 30 nel mondo potrebbe avere un aneurisma cerebrale: molto spesso si scopre di averlo per caso, durante un esame fatto per altri motivi. Un aneurisma è un indebolimento della parete di un'arteria: nella maggior parte dei casi è asintomatico, ma raramente può rompersi e provocare un’emorragia cerebrale mettendo in pericolo la vita del paziente. La ricerca clinica sperimenta costantemente nuove soluzioni per curare gli aneurismi cerebrali in modo sempre più efficace: e al Policlinico di Milano è appena stato effettuato un intervento di 'embolizzazione endovascolare' in cui uno speciale dispositivo metallico di soli 2 millimetri di spessore è stato posizionato nel punto in cui l'arteria cerebrale si era indebolita, favorendo la riparazione del vaso sanguigno.
L'operazione è stata effettuata dall'equipe di Neuroradiologia Interventistica del Policlinico di Milano, coordinata da Giorgio Conte. In particolare è stato utilizzato un dispositivo chiamato Woven EndoBridge (WEB): "Questo dispositivo - spiega Conte - è già in uso da diversi anni ed è indicato per il trattamento endovascolare di aneurismi ad ampio colletto. Durante il nostro intervento abbiamo usato per la prima volta in Italia una sua versione con nuove dimensioni: è infatti largo soli 2 millimetri e lungo 7". L’intervento è avvenuto con successo in anestesia generale con l’assistenza dei neurorianimatori del Policlinico: il paziente è stato dimesso dopo soli 2 giorni di degenza ed è potuto tornare alla vita di tutti i giorni senza necessità di assumere farmaci.
Il dispositivo WEB è metallico, di forma cilindrica e durante l'intervento viene posizionato nel punto dove l’aneurisma cerebrale provoca la dilatazione del vaso sanguigno. L'intervento avviene attraverso un microcatetere inserito con una semplice puntura all’inguine o al polso, senza necessità di accedere chirurgicamente al cranio. Una volta in posizione, il dispositivo 'protegge' il punto in cui l'arteria è dilatata ostacolando il passaggio del sangue al suo interno, evitandone così la rottura e favorendone la guarigione. “Questa è solo una delle tante opzioni terapeutiche di cui dispone la Neuroradiologia Interventistica per il trattamento degli aneurismi cerebrali – continua lo specialista – e sapere di poter contare su dispositivi sempre più avanzati e di diverse dimensioni rappresenta un’ulteriore implementazione che consente di estendere le indicazioni del trattamento endovascolare ad aneurismi di differente misura e forma".
L’aneurisma cerebrale è una dilatazione di un’arteria che rappresenta un punto di debolezza della parete del vaso. La prevalenza nella popolazione mondiale è di circa il 3% (1 persona su 30), mentre i principali fattori di rischio sono l’età avanzata, l’ipertensione ed il fumo. La maggior parte degli aneurismi sono silenti, non danno sintomi, e vengono diagnosticati occasionalmente nel corso di un esame radiologico mirato alla testa. Alcuni aneurismi vengono diagnosticati in seguito alla rottura che determina un’emorragia cerebrale, evento con alto tasso di morbidità e mortalità che richiede un trattamento in urgenza. La decisione di trattare o non trattare un aneurisma non rotto è multifattoriale: occorre tenere in considerazione l’età, le caratteristiche dell’aneurisma (sede, dimensioni, forma) nonché le comorbidità. Qualora indicato, il trattamento può essere endovascolare mininvasivo o chirurgico: la scelta viene effettuata mediante la discussione multidisciplinare di un’equipe di neuroradiologi, neurochirurghi e neurorianimatori. Al Policlinico di Milano è disponibile un ambulatorio congiunto di neurochirurghi e neuroradiologi (Ambulatorio di Neurochirurgia Vascolare) con appuntamenti prenotabili mediante il Call Center unico di Regione Lombardia (specificando il codice S49V).