C’è un esercito di inventori tra i medici e ricercatori del Policlinico di Milano
— di Lino Grossano
L’ospedale celebra domani le loro idee e brevetti, in una Giornata dedicata alla scienza e all’innovazione
Un inventore – nei libri, nei film o nei fumetti – è sempre raffigurato come una persona stravagante, magari introversa, e sepolta da centinaia di progetti costruiti a metà. Nella realtà gli inventori sono ovunque, realizzano cose che migliorano la vita di tutti i giorni, e lavorano nei posti più insospettabili: ad esempio in ospedale.
“Il nostro ospedale – spiega Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico del Policlinico – è al secondo posto in Italia come quantità e qualità della produzione scientifica, ed è al primo posto tra gli ospedali di ricerca pubblici. Da noi lavorano medici e scienziati di fama internazionale, su temi che vanno dalla ricerca di base alle nuove tecniche di cura, dalle molecole al letto del paziente. Essere ‘Policlinico’ significa avere competenze nelle più diverse branche della medicina e della clinica; ed essere IRCCS, ovvero Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, significa essere capaci di affiancare alla cura una forte ricerca scientifica. Solo da ambienti come questo possono nascere le giuste capacità e le grandi idee che poi si traducono in invenzioni utili per il paziente, e per la medicina in genere”.
“L’idea alla base dei brevetti – aggiunge Laura Spinardi, responsabile dell’Ufficio Trasferimento Tecnologico del Policlinico – è che vengano utilizzati dagli enti che fanno ricerca per supportare l’innovazione e la crescita, con il fine ultimo di migliorare la qualità della vita. I brevetti sono uno strumento per trasferire innovazione all’assistenza sanitaria e migliorare la pratica clinica”. L’innovazione, in particolare, non si misura sul numero dei prodotti tutelati da brevetto, “ma sulla valutazione delle potenzialità di trasferimento tecnologico. Offrendo protezione in cambio di divulgazione, il sistema dei brevetti crea incentivi ad investire in ricerca e sviluppo, garantendo alla società l’acquisizione immediata delle innovazioni; inoltre, è un incentivo per motivare e finalizzare il lavoro dei ricercatori e può offrire un’opportunità per attrarre nuove risorse economiche”.
L’Ufficio Trasferimento Tecnologico del Policlinico, prosegue Spinardi, “lavora attivamente affinché l’attenzione verso le possibilità di brevettazione possa nascere già dalla fase di avvio delle attività di ricerca e non semplicemente al loro termine. L’obiettivo finale è un ente sempre meno condizionato a fonti di finanziamento di terze parti, ma capace di finanziare i propri progetti di ricerca anche attraverso lo sviluppo e la tutela delle invenzioni ottenute con il lavoro dei propri inventori/ricercatori”.
Qualche dato sugli inventori del Policlinico
Sono 62, e tra loro ci sono 23 medici ospedalieri, 18 biologi, 9 professori e ricercatori universitari, 4 ingegneri, 2 tecnici di laboratorio e 1 infermiere. Sono per la maggior parte donne: 34 le inventrici di sesso femminile, contro i 28 colleghi maschi.
La loro età media è 52 anni: il più giovani ne ha 32, mentre il più anziano 82.
Nel loro complesso gli inventori del Policlinico hanno depositato in tre anni 85 domande di brevetto: tra questi 44 sono stati concessi tra l’Italia e l’estero, alcuni sono stati venduti, altri sono serviti per mettere in piedi progetti con aziende private che si occupano di sviluppare concretamente le invenzioni, per poi immetterle nel mercato.
Dal 2012 al 2014 i brevetti, nel loro complesso, hanno generato entrate per 415mila euro, che si stimano a 650mila euro per la fine del 2015. I campi della scienza di queste invenzioni sono i più vari, e vanno dalla neurologia alla gastroenterologia, fino alla cura delle malattie del sangue e alla medicina rigenerativa.